Giulia Martinengo Marquet entra a far parte di Scuderia1918

Scuderia 1918 stabilisce una nuova partnership agli alti livelli dello show jumping. Dopo aver comprato Halifax Van Het Kluizebos e iniziato una collaborazione con Stephex Stables, Scuderia 1918 ha firmato un accordo con Giulia Martinengo Marquet, che gareggia per l’Aeronautica Militare Italiana. Questa partnership include la comproprietà di alcuni cavalli top dell’amazzone italiana, ma contempla anche l’acquisto di alcuni nuovi cavalli molto talentuosi che competeranno sotto il nome di Scuderia 1918.

“Ho sempre ammirato Giulia Martinengo Marquet – dice Maria Anchisi – non solo per la sua tecnica raffinata, il suo stile elegante e il suo forte spirito agonistico. Giulia ha un alto livello di professionalità che sviluppa insieme a suo marito Stefano Cesaretto, ma anche una gestione molto attenta dei suoi cavalli da terra, in sella e in scuderia, in funzione della progressione della loro carriera sportiva e nell’assoluto rispetto del loro benessere. Questo approccio riflette in pieno la filosofia di Scuderia 1918”.

Giulia Martinengo Marquet è molto lieta: “Sono entusiasta di questa collaborazione, spero che sia l’inizio di una lunga storia. Questo progetto è l’occasione che non ho mai avuto prima, è il sogno di una vita che si sta realizzando” ha detto l’amazzone azzurra.

Giulia Martinengo Marquet, nata nel 1979, ha rappresentato lo show jumping italiano indossando l’uniforme dell’Aeronautica Militare nella gara internazionale più importante dell’anno. Oltre a vittorie e piazzamenti di prestigio nei CSI e CSIO, ha preso parte a due edizioni dei Campionati Europei.

È inoltre l’unica amazzone italiana ad aver vinto due volte il Campionato Italiano Assoluto di cui detiene il titolo, dopo aver vinto la medaglia d’oro ad Arezzo nel 2008 in sella Verdine SZ. Con la stessa cavalla, ha anche contribuito alla vittoria della squadra italiana nella Coppa delle Nazioni a Piazza di Siena nel 2018. Giulia è inoltre co-fondatrice della SGH Stables insieme a suo marito Stefano Cesaretto.

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